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Accettare la nostra rabbia durante la pandemia

Durante le (due, tre?) ondate della pandemia abbiamo attraversato varie fasi: all’inizio molte persone  hanno trovato grande difficoltà ad accettare le restrizioni per contenere il virus, altre ci sono riuscite con maggiore facilità, altre ancora hanno trovato le risorse per resistere alla preoccupazione e vivere il lavoro e le relazioni perfino con  maggior impegno. Tuttavia, il perdurare del pericolo sanitario e lo stress delle chiusure/aperture, delle zone gialle, arancioni e rosse ha imposto a tutti nuovi adattamenti anche sotto il profilo psicologico e portato a un alternarsi di emozioni che non sempre è facile accettare o gestire.

Ad esempio l’esperta di psicologia Tamsen Firestone, ha raccontato nel suo blog come durante la primissima fase della pandemia, nella primavera dello scorso anno, si era impegnata con ottimi risultati nel cambiare il proprio stile di vita per adattarlo alle esigenze del lockdown (ormai lo sappiamo bene: lavorare in modalità smart, fare le riunioni su zoom, farsi consegnare la spesa a casa, passeggiare con il cane e cucinare). Dopo l’estate la dottoressa ha cominciato a sentire un ottundimento, un sottofondo di solitudine e tristezza, come un senso di essere «tagliata fuori da elementi significativi della mia vita», che è riuscita comunque a superare. Ma nell’ultimo periodo, con l’inizio del 2021, la dottoressa Firestone ha notato in lei l’emergere una nuova, inaspettata emozione: la rabbia. Un’emozione che però non riusciva ad accettare e nemmeno a capire fino in fondo: «Semplicemente non ha senso. Le cose stanno decisamente migliorando. Alcuni dei miei amici sono già stati vaccinati e probabilmente anche io lo farò presto. C’è la sensazione che non solo possiamo vedere la luce alla fine del tunnel, ma anche che nei prossimi mesi ci arriveremo effettivamente. Allora perché questa rabbia?».

Riflettendoci più approfonditamente, la dottoressa Firestone capisce che probabilmente la rabbia è legata allo sforzo compiuto durante tutti gli ultimi mesi per mantenere una visione positiva, impegnarsi al meglio nell’eseguire i compiti quotidiani. Pensavo, spiega, di non avere il permesso di arrabbiarmi, visto che tante persone intorno a me a soffrivano di problemi più gravi: «Arrabbiarsi è una debolezza e ho bisogno di essere forte. Essere arrabbiati significa essere egoisti e infantili».

Il cuore della questione è proprio qui: in realtà la rabbia spesso deriva dall’essere frustrati nel perseguire ciò che conta per noi. In questo senso, è un riconoscimento di ciò che è importante per ognuno di noi. Quando neghiamo la nostra rabbia, neghiamo ciò che è significativo per noi, ci “spegniamo” e perdiamo la nostra vitalità.

Essere arrabbiati per non poter incontrare i figli o i nipoti, abbracciarli, non potersi muovere o viaggiare, perfino essere irritati per non poter uscire a cena fuori non significa dunque che siamo egoisti o insensibili alla sofferenza degli altri. Non toglie la compassione, la gratitudine e l’ottimismo che proviamo davvero. C’è una gran differenza fra provare sentimenti di rabbia e agire in preda alla rabbia: se i sentimenti di rabbia sono accettabili e dovrebbero avere libero sfogo nella nostra coscienza, la stessa libertà non vale per le nostre azioni. Abbiamo la piena responsabilità di tutti i nostri comportamenti verso gli altri e farsi trascinare dall’ira è sicuramente una risposta sbagliata, anche in una situazione difficile.

Inoltre, per gli adulti provare rabbia permette di lasciarla andare e proseguire oltre. Commenta infine la dottoressa Firestone: «Forse il fatto che questo incubo sembra volgere al termine mi ha permesso di rendermi conto che sono arrabbiata.  E mi sono sorpresa nello scoprire che non sono l’unica, le persone con cui ho parlato di recente hanno espresso la stessa frustrazione, impazienza e irritabilità. E hanno provato la stessa confusione e disapprovazione per le loro reazioni. Insomma, anche se so che tutti i sentimenti sono naturali e fanno parte dell’essere umano, continuo a dimenticare che essere arrabbiati va bene. Devo ricordarmi di accettare la rabbia con la stessa semplicità del Dalai Lama, che pare abbia detto: “Se un essere umano non mostra mai rabbia, allora penso che qualcosa in lui non va”».

Ph: Minervastock; courtesy Depositphoto.

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