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Mission

altrimenti è la prima associazione italiana a sostegno della ricerca per la cura dei disturbi psicologici.

Vogliamo diffondere una nuova cultura nella psichiatria e una nuova idea di cura delle persone con difficoltà psicologiche basata sui risultati degli studi con prove di efficacia in psicoterapia, sul rispetto dei diritti della persona con disturbo psicologico e dei suoi familiari e sulla promozione dei valori di non violenza, gentilezza e umiltà.

Psicoterapie basate sui risultati degli studi di efficacia

La psicoterapia e la psichiatria, come le altre branche della medicina, si modificano nel tempo e la ricerca sviluppa cure sempre più efficaci anche per chi soffre di problemi psichiatrici. In base agli studi scientifici, oggi sappiamo che i disturbi mentali gravi si curano solo con un abbinamento di farmacoterapia e psicoterapia (la farmacoterapia da sola nei disturbi gravi non funziona!) e che alcuni trattamenti di psicoterapia per uno specifico disturbo funzionano meglio di altri. Questo tipo di trattamento è chiamato terapia evidence-based, ossia fondata sui risultati degli studi di efficacia. Ma non tutto il mondo della psicoterapia e della psichiatria usa trattamenti psicoterapici evidence-based. L’impiego della scienza in psicoterapia non è ancora bene radicato in Italia, diversamente da quanto accade nei paesi anglosassoni. La nostra missione è sostenere la ricerca in psicoterapia e diffondere una cultura scientifica della cura dei disturbi psicologici sia nella sanità pubblica che privata, e fare in modo che chi ha bisogno di un trattamento sanitario in ambito psichiatrico possa ricevere il miglior tipo di trattamento di psicoterapia per il proprio disturbo psicologico a disposizione oggi.

Diritti della persona

Una parte importante della nostra missione è quella di aiutare le persone affette da problemi psicologici a difendere i propri diritti di essere umano, tutelati dalla Carta dei diritti umani, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e dalla Costituzione italiana. La scarsa capacità di far rispettare i propri diritti può essere dovuta alla natura stessa del disturbo di cui soffrono le persone con problemi psicologici gravi, che talvolta non ha ancora permesso loro di sviluppare le abilità cognitive e relazionali necessarie per difendersi in autonomia.

Non violenza

La non violenza, o ahimsa (letteralmente “assenza di intenzionalità di nuocere”), è un antico concetto induista, reso celebre da Gandhi, che indica una istanza morale a difesa della sacralità della vita. Concetto cardine anche del buddismo, giainismo e taoismo, è usato oggi in ambito psicoterapeutico nelle terapie basate sulla mindfulness ed è uno dei principi fondamentali sui cui si fonda la sensorimotor, una forma di psicoterapia nata di recente negli Stati Uniti e diffusa in tutto il mondo per la cura dei traumi. In parte sovrapponibile al concetto di gentilezza amorevole o metta, la non violenza è il modo in cui vorremmo che le persone si rivolgessero a se stesse e agli altri. Tra le terapie che promuovono lo sviluppo della gentilezza amorevole, ci sono la terapia dialettico comportamentale (il trattamento con più studi di efficacia e il più diffuso per la cura del disturbo borderline di personalità), la compassion focus therapy, la sensorimotor e altre terapie basate sulla mindfulness.

Numerosi studi indicano come un ambiente giudicante, critico, rabbioso aggravi i disturbi psicologici. Un contesto di cura e un ambiente familiare gentile, basato sulla non violenza può invece essere di grande aiuto alle cure e alla stabilizzazione della persona con disturbo psicologico, favorendo la riduzione di stati di ansia/paura e depressione, stati traumatici, disforia, sfiducia nei trattamenti e migliorando invece la mentalizzazione, l’adesione alle cure l’esito delle terapie. Una parte importante della nostra mission è dunque farci promotori dei valori di gentilezza e non violenza all’interno del sistema sanitario nazionale, negli ambulatori di psicoterapia privati, nei contesti familiari e di comunità, nelle scuole.

Umiltà

Valore di derivazione cattolica, il concetto di umiltà è impiegato per descrivere l’atteggiamento del terapeuta in modo particolare da Marsha Linehan, l’autrice della terapia dialettico comportamentale o DBT, uno dei trattamenti più diffusi per la cura delle persone con vulnerabilità emotiva. Nella DBT il terapeuta non accuserà mai il paziente delle difficoltà che incontrerà nella terapia. Per Marsha Linehan le difficoltà  non sono mai legate ai pazienti che non si impegnano abbastanza nella terapia, ma sempre al terapeuta o alla terapia stessa. Questo atteggiamento previene tutti gli operatori della salute mentale che lavorano in ambito privato e pubblico (psichiatri, psicoterapeuti, infermieri, assistenti sociali, educatori, tecnici della riabilitazione) dal rischio di colpevolizzare, giudicare e far sentire inadeguato il paziente. Responsabilizza invece gli operatori a migliorare, a fare domande sul proprio comportamento e rivolgersi al paziente con rispetto e cura, al fine di trovare il modo migliore per aiutarlo. La nostra missione è promuovere una cultura dell’umiltà nei servizi della salute mentale pubblici e privati e in tutta la comunità.