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Terapia cognitivo-comportamentale

La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (Cognitive-Behaviour Therapy, CBT) è attualmente considerata a livello internazionale uno dei più affidabili ed efficaci modelli per il trattamento dei disturbi psicopatologici.

Questo approccio nasce dalla convinzione che esista una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti. Secondo la teoria cognitivo-comportamentale i problemi emotivi sono causati da credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo, nonostante siano causa di sofferenza per il paziente.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale si concentra sulle distorsioni cognitive e sulla rappresentazione soggettiva della realtà. In altre parole: su come le convinzioni personali influenzano la lettura della realtà, causando la nascita e il persistere di disturbi emotivi e comportamentali. Non sarebbero quindi gli eventi a creare e mantenere i problemi psicologici, quanto piuttosto le strutture e costruzioni cognitive dell’individuo.

Gli obiettivi. L’obiettivo della CBT è aiutare le persone ad individuare i pensieri ricorrenti e gli schemi disfunzionali di ragionamento e d’interpretazione della realtà, in modo da poterli sostituire con convinzioni più funzionali. La psicoterapia cognitivo-comportamentale ha assunto il ruolo di trattamento d’elezione per i disturbi d’ansia, così come attestato da recenti documenti diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Istituto Superiore di Sanità. Inoltre, studi scientifici controllati hanno dimostrato l’efficacia della terapia cognitiva nel trattamento della maggior parte dei disturbi psicologici, tra cui la depressione maggiore, il disturbo di panico, la fobia sociale, il disturbo d’ansia generalizzato, il disturbo ossessivo-compulsivo, i disturbi dell’alimentazione, le psicosi.

In ogni caso, risulta applicabile a tutti i tipi di disturbi, classificabili secondo il Manuale Diagnostico DSMIV in disturbi dell’asse I tra cui compaiono ad esempio:

  • disturbi affettivi (depressione);

  • disturbi d’ansia (disturbo da attacchi di panico; fobie sociali; fobie specifiche ecc.);

  • disturbo ossessivo compulsivo;

  • disturbo post traumatico da stress; disturbo d’ansia generalizzato;

  • disturbi dissociativi;

  • disturbi dell’alimentazione;

  • disturbi di personalità (disturbo paranoideo, disturbo narcisista, disturbo borderline, disturbo dipendente, disturbo evitante, disturbo ossessivo- compulsivo).

Studi controllati hanno dimostrato che i metodi  cognitivo-comportamentali costituiscono una terapia efficace, capace di produrre risultati superiori o almeno uguali agli psicofarmaci nel trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia, ma assai più utile nel prevenire le ricadute.

Nel corso del trattamento, terapeuta e paziente stabiliscono insieme quali sono gli obiettivi da raggiungere. Dopo la formulazione della diagnosi si concorda un piano terapeutico che verrà periodicamente verificato.

Problemi concreti. La terapia cognitivo-comportamentale mira a risolvere problemi psicologici concreti. Alcuni degli obiettivi più comuni sono: la riduzione dei sintomi depressivi, l’eliminazione degli attacchi di panico, il superamento dei rituali ossessivo-compulsivi (come lavarsi le mani anche centinaia di volte al giorno) o dei comportamenti alimentari patologici, il miglioramento delle relazioni personali e così via.

Una terapia breve. La CBT è tendenzialmente di breve durata. Salvo esigenze particolari, la terapia varia dai quattro ai dodici mesi, con cadenza il più delle volte settimanale. Problemi psicologici più gravi, che richiedano un periodo di cura più prolungato, traggono comunque vantaggio dall’uso integrato di CBT e altre forme di trattamento.