Gli studiosi lanciano l’allarme: il Coronavirus è un evento traumatico destinato ad avere ripercussioni anche quando l’emergenza sarà finita, in primo luogo per gli operatori sanitari, medici e infermieri, sottoposti a uno stress senza precedenti, ma anche per le coloro che sono stati ricoverati, i parenti di pazienti deceduti e la tutta popolazione. E soprattutto potrebbe riflettersi anche sulle generazioni che verranno.
Che un evento traumatico possa trasmettersi attraverso le generazioni è un’ipotesi che già Sigmund Freud aveva avanzato agli inizi del Novecento parlando di una “trasmissione filogenetica” del trauma. Nella mente, cioè, si attuerebbe un meccanismo di rielaborazione continua e di ricodifica del materiale psichico in modalità sempre più complesse: ma quando questo non avviene in maniera corretta, il materiale psichico precedente non viene integrato e pertanto viene rimosso creando le premesse di un disagio profondo.
Queste ipotesi psicologiche sono state recentemente verificate attraverso l’epigenetica.
Che cosa è l’epigenetica? È lo studio di quelle variazioni nell’espressione dei nostri geni che non sono provocate da vere e proprie mutazioni genetiche, ma che possono essere trasmissibili. Utilizzando un linguaggio più tecnico, invece, possiamo affermare che l’epigenetica studia tutte quelle modifiche e tutti quei cambiamenti che sono in grado di variare alcune caratteristiche di un individuo (il fenotipo), senza tuttavia essere associate a modifiche di aspetti strutturali del DNA (il genotipo).
Effetti epigenetici degli eventi avversi
Gli eventi avversi, siano essi traumi o eventi di vita stressanti, rappresentano uno dei più importanti fattori di rischio trasversali a diverse patologie di tipo mentale e fisico. In particolare, esperienze traumatiche e stressanti durante il periodo perinatale, l’infanzia e la prima adolescenza, che includono l’abbandono, la deprivazione affettiva e gli abusi psicologici, fisici e sessuali, possono determinare una condizione di vulnerabilità allo sviluppo di disturbi della sfera emotiva e cognitiva, fino a provocare un marcato aumento dell’insorgenza di condizioni psichiatriche quali i disturbi post traumatici, affettivi e di personalità.
Trasmissione degli effetti degli eventi avversi alle generazioni successive: possibili meccanismi
Diversi studi hanno dimostrato che eventi stressanti e traumatici verificatisi nella madre, prima del concepimento o in epoca prenatale, possono avere ripercussioni sulla salute e il comportamento dei figli e in alcuni casi anche nelle generazioni successive, attraverso modificazioni a livello epigenetico. Nello specifico, si parla di trasmissione intergenerazionale quando si verifica una modificazione delle cellule somatiche dalla generazione che ha subito il trauma (generazione F0) alla generazione successiva (F1). Se tali modificazioni vengono mantenute non soltanto a livello delle cellule somatiche, ma anche alle cellule germinali (spermatozoi od ovociti) dei soggetti F1 e trasmesse alle generazioni successive (F2, F3 ecc.) si parla invece di trasmissione transgenerazionale. In breve, si possono individuare tre potenziali meccanismi con cui un evento traumatico del genitore può modificare l’epigenoma dei figli e dei nipoti: Traumatizzazione mediata o secondaria; Riprogrammazione fetale; Effetto transgenerazionale.
Traumatizzazione mediata o secondaria
Gli schemi comportamentali del genitore che ha subito un trauma determinano delle modificazioni epigenetiche che si instaurano sul feto, per esempio vivere con genitori che manifestano fenotipi patologici a seguito del trauma (depressione, disturbo post traumatico da stress e così via). Uno studio storico di Weaver del 2004 condotto sui topi mostra che il comportamento della madre nei primi giorni di vita (leccamento e pulizia) modifica l’espressione del recettore dei glucocorticoidi nei cuccioli che regola i meccanismi di maggiore o minore attivazione in risposta allo stress. Questi risultati indicano che le differenze nella reattività allo stress attraverso le generazioni possano essere mediate dal comportamento dei genitori piuttosto che da un’eredità genetica classica.
Riprogrammazione fetale
Se durante la gravidanza la madre subisce un evento traumatico, ciò può portare modificazioni a livello ormonale e nell’ambiente uterino tali da ridurre una riprogrammazione dell’epigenoma e un’alterazione dello sviluppo fetale, che potranno poi influenzare la salute e il comportamento del nascituro anche in età adulta.
Trasmissione transgenerazionale
Il trauma subito induce modificazioni stabili a carico delle cellule germinali che potranno poi essere trasmesse ai figli (trasmissione epigenetica intergenerazionale) e da essi alle successive generazioni (trasmissione epigenetica transgenerazionale).
Conclusioni
Le ricerche dimostrano che eventi stressanti provocano non solo traumi a livello psicologico e immediato, ma possono anche determinare su ampia scala effetti epigenetici, ossia modifiche nella espressione genica del DNA e potenzialmente trasmessi alle generazioni successive.
In prospettiva, la valutazione del grado di compromissione biologica associata al trauma, valutata in fase precoce attraverso l’analisi del profilo epigenetico, potrebbe offrire l’opportunità di individuare i soggetti maggiormente vulnerabili allo sviluppo di problemi legati alla salute fisica e mentale, consentendo di programmare in maniera estremamente precoce adeguati interventi preventivi, ma anche di predire l’esito dei trattamenti stessi e di mettere in atto opportune strategie di intervento farmacologico.
a cura di Pietro Spinelli
(Tratto da Alessandra Minelli, Elisabetta Maffioletti, Chiara Magri, Il cervello che cambia. Neuro-imaging: il contributo alle neuroscienze, Mimesis)